Cass. pen. Sez. IV, Sent., (ud. 11-11-2010) 10-02-2011, n. 4992

Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/

Svolgimento del processo – Motivi della decisione

1- B.V. propone ricorso diretto per cassazione avverso la sentenza del Tribunale di Ragusa del 18 dicembre 208 che, nelle ferme del rito abbreviato, lo ha riconosciuto colpevole del delitto di tentato furto aggravato e lo ha condannato alla pena di mesi otto di reclusione ed Euro 200,00 di multa. L’imputato è stato visto mentre tentava di svellere, per asportarla, la grondaia di rame del tetto della canonica del santuario di (OMISSIS).

Nel suo ricorso il ricorrente deduce violazione di legge e vizio di motivazione della sentenza impugnata con riguardo al riconoscimento dell’aggravante di cui all’art. 625 n. 2 cod. pen. ed al mancato riconoscimento dell’attenuante della speciale tenuità del danno.

2- Osserva preliminarmente la Corte che il ricorso immediato per cassazione, ex art. 569 cod. proc. pen., non è ammesso nei casi previsti dall’art. 606 c.p.p., comma 1, lett. d) ed e); in particolare, tale mezzo d’impugnazione non è ammesso nei casi in cui venga denunciato il vizio di motivazione della sentenza impugnata.

Vizio che, in realtà, viene oggi dedotto dal B. e che impone, ai sensi del richiamato art. 569, comma 3 la conversione del ricorso in appello, con trasmissione degli atti alla corte d’appello territorialmente competente, per la relativa trattazione.
P.Q.M.

Qualificata l’impugnazione come appello, dispone trasmettersi gli atti alla Corte d’Appello di Catania per la trattazione.

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

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