ECRETO LEGISLATIVO 25 gennaio 2010, n. 7 Attuazione della direttiva 2006/38/CE, che modifica la direttiva 1999/62/CE,relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture

Aggiornamento offerto dal dott. Domenico Cirasole.

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 32 del 9-2-2010

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Vista la legge 7 luglio 2009, n. 88, recante disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunita’ europee, ed in particolare l’articolo 1, comma 3, e l’Allegato B; Vista la direttiva 2006/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che modifica la direttiva 1999/62/CE, relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 15 ottobre 2009; Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 13 gennaio 2010; Sulla proposta dei Ministri per le politiche europee e delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia e dell’economia e delle finanze; E m a n a il seguente decreto legislativo: Art. 1 Finalita’ e campo di applicazione 1. Il presente decreto detta disposizioni sui pedaggi e i diritti di utenza gravanti sugli autoveicoli pesanti, adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture, secondo le definizioni di cui all’articolo 2.

N O T E
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e’ stato redatto
dall’amministrazione competente per materia ai sensi
dell’art. 10, comma 3 del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull’emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di
legge alle quali e’ operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l’efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita’
europee (GUCE).
Note alle premesse:
– L’art. 76 della Costituzione stabilisce che
l’esercizio della funzione legislativa non puo’ essere
delegato al Governo se non con determinazione di principi e
criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per
oggetti definiti.
– L’art. 87 della Costituzione conferisce, tra l’altro,
al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le
leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i
regolamenti.
– L’art. 1, comma 3, della legge 7 luglio 2009, n. 88,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 14 luglio 2009, n. 161,
S.O., cosi’ recitano:
«Art. 1 (Delega al Governo per l’attuazione di
direttive comunitarie). – 1.-2. (Omissis).
3. Gli schemi dei decreti legislativi recanti
attuazione delle direttive comprese nell’elenco di cui
all’allegato B, nonche’, qualora sia previsto il ricorso a
sanzioni penali, quelli relativi all’attuazione delle
direttive comprese nell’elenco di cui all’allegato A, sono
trasmessi, dopo l’acquisizione degli altri pareri previsti
dalla legge, alla Camera dei deputati e al Senato della
Repubblica perche’ su di essi sia espresso il parere dei
competenti organi parlamentari. Decorsi quaranta giorni
dalla data di trasmissione, i decreti sono emanati anche in
mancanza del parere. Qualora il termine per l’espressione
del parere parlamentare di cui al presente comma ovvero i
diversi termini previsti dai commi 4 e 8 scadano nei trenta
giorni che precedono la scadenza dei termini previsti ai
commi 1 o 5 o successivamente, questi ultimi sono prorogati
di novanta giorni.».

Art. 2 Definizioni (articolo 1, paragrafo 1, direttiva 2006/38/CE) 1. Ai fini del presente decreto si intende per: a) «rete stradale transeuropea»: la rete stradale definita all’allegato I, sezione 2, della decisione n. 1692/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 1996, sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, e successive modificazioni o integrazioni, ed illustrata con le relative cartine che si riferiscono alle sezioni corrispondenti menzionate nel dispositivo e/o nell’allegato II di detta decisione; b) «costi di costruzione»: i costi legati alla costruzione, compresi eventualmente i costi di finanziamento, di infrastrutture nuove o miglioramenti di infrastrutture nuove (comprese consistenti riparazioni strutturali), o di infrastrutture o miglioramenti delle infrastrutture (comprese consistenti riparazioni strutturali), ultimati non piu’ di trenta anni prima del 10 giugno 2008 laddove siano gia’ istituiti sistemi di pedaggio al 10 giugno 2008, o ultimati non piu’ di trenta anni prima dell’istituzione di un nuovo sistema di pedaggio introdotto dopo il 10 giugno 2008; possono essere presi in considerazione come costi di costruzione anche i costi concernenti infrastrutture o miglioramenti di infrastrutture ultimati anteriormente a tali termini, laddove: 1) sia istituito un sistema di pedaggio che prevede il recupero di detti costi mediante un contratto stipulato con un operatore di un sistema di pedaggio o altri atti giuridici di effetto equivalente entrato in vigore anteriormente al 10 giugno 2008; 2) sia possibile dimostrare che i motivi della costruzione delle infrastrutture in questione sono da ricondurre al fatto che queste hanno una durata di vita predeterminata superiore a 30 anni; 3) in ogni caso la percentuale dei costi di costruzione da prendere in considerazione non deve eccedere la durata di vita predeterminata dei componenti delle infrastrutture restante al 10 giugno 2008 o, se successiva, alla data di introduzione del nuovo sistema di pedaggio; 4) i costi concernenti infrastrutture o miglioramenti di infrastrutture possono includere tutte le spese specifiche per le infrastrutture destinate a ridurre il disturbo connesso al rumore o a migliorare la sicurezza stradale e i pagamenti effettivi da parte del gestore dell’infrastruttura corrispondenti ad elementi ambientali obiettivi, quali la protezione contro la contaminazione del terreno; c) «costi di finanziamento»: gli interessi sui prestiti e/o la remunerazione dell’eventuale capitale apportato dagli azionisti; d) «consistenti riparazioni strutturali»: le riparazioni strutturali ad eccezione di quelle che, al momento, non recano piu’ alcun beneficio agli utenti della strada, ad esempio laddove i lavori di riparazione sono stati sostituiti da un ulteriore rifacimento del manto stradale o da altri lavori di costruzione; e) «pedaggio»: il pagamento di una somma determinata per un autoveicolo che effettua un tragitto ben definito su una delle infrastrutture di cui all’articolo 3, comma 1, basata sulla distanza percorsa e sul tipo di autoveicolo; f) «pedaggio medio ponderato»: gli importi totali percepiti attraverso i pedaggi in un determinato periodo divisi per i chilometri per autoveicolo in una determinata rete oggetto del pedaggio durante tale periodo, dove gli importi percepiti e i chilometri per autoveicolo sono calcolati per gli autoveicoli ai quali si applicano i pedaggi; g) «diritti di utenza»: il pagamento di una somma determinata che da’ il diritto all’utilizzo da parte di un autoveicolo, per una durata determinata, delle infrastrutture di cui all’articolo 3, comma 1; h) «autoveicolo»: un veicolo a motore o un insieme di autoarticolati, adibito o usato esclusivamente per il trasporto su strada di merci e che abbia un peso totale a pieno carico autorizzato superiore a 3,5 tonnellate; i) «autoveicolo della categoria Euro 0, Euro I, Euro II, Euro III, Euro IV, Euro V, EEV»: un autoveicolo conforme ai limiti di emissione indicati nell’allegato I; l) «tipo di autoveicolo»: categoria nella quale un autoveicolo e’ classificato sulla base del numero di assi, delle sue dimensioni o del suo peso o altri criteri di classificazione dell’autoveicolo in base al danno arrecato alla strada, secondo il sistema di classificazione di cui all’allegato II, a condizione che il sistema di classificazione seguito sia basato su caratteristiche dell’autoveicolo ricavabili dai documenti dell’autoveicolo o dall’aspetto dello stesso; m) «contratto di concessione»: la concessione di lavori pubblici o la concessione di servizi ai sensi dell’articolo 3, commi 11 e 12, del decreto legislativo n. 163 del 2006, e successive modificazioni; n) «pedaggio in concessione»: il pedaggio applicato da un concessionario ai sensi di un contratto di concessione.

Note all’art. 2:
– La decisione 1692/96/CE e’ pubblicata nella G.UC.E. 9
settembre 1996, n. L 228.
– L’art. 3, commi 11 e 12, del decreto legislativo n.
163 del 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 maggio
2006, n. 100, S.O., cosi’ recita:
«11. Le "concessioni di lavori pubblici" sono contratti
a titolo oneroso, conclusi in forma scritta, aventi ad
oggetto, in conformita’ al presente codice, l’esecuzione,
ovvero la progettazione esecutiva e l’esecuzione, ovvero la
progettazione definitiva, la progettazione esecutiva e
l’esecuzione di lavori pubblici o di pubblica utilita’, e
di lavori ad essi strutturalmente e direttamente collegati,
nonche’ la loro gestione funzionale ed economica, che
presentano le stesse caratteristiche di un appalto pubblico
di lavori, ad eccezione del fatto che il corrispettivo dei
lavori consiste unicamente nel diritto di gestire l’opera o
in tale diritto accompagnato da un prezzo, in conformita’
al presente codice.
12. La "concessione di servizi" e’ un contratto che
presenta le stesse caratteristiche di un appalto pubblico
di servizi, ad eccezione del fatto che il corrispettivo
della fornitura di servizi consiste unicamente nel diritto
di gestire i servizi o in tale diritto accompagnato da un
prezzo, in conformita’ all’art. 30.».

Art. 3 Pedaggi e diritti d’utenza (articolo 1, paragrafo 2, direttiva 2006/38/CE) 1. L’introduzione o il mantenimento di pedaggi e diritti di utenza sulla rete stradale transeuropea sono disciplinati dalle disposizioni di cui ai successivi commi; pedaggi e diritti di utenza possono essere applicati anche a strade che non fanno parte della rete stradale transeuropea, quali strade parallele ovvero in diretta concorrenza con alcune parti di tale rete, nonche’ ad altri tipi di veicoli a motore diversi da quelli definiti all’articolo 2, lettera h), nel rispetto dei principi di non discriminazione e di libera concorrenza. 2. Pedaggi e diritti di utenza possono essere introdotti, ovvero mantenuti, soltanto su alcuni tratti della rete stradale transeuropea qualora cio’ si renda necessario in relazione all’introduzione di un nuovo sistema di pedaggio, ovvero in ragione dell’isolamento o del basso livello di congestione e inquinamento dei tratti esentati; le esenzioni in tal modo stabilite non debbono determinare alcuna discriminazione nei confronti del traffico internazionale. 3. Fino al 31 dicembre 2011, possono essere introdotti, ovvero mantenuti, pedaggi e diritti di utenza limitatamente agli autoveicoli aventi un peso totale a pieno carico autorizzato di almeno 12 tonnellate; qualora, in tale periodo, l’applicazione di pedaggi e diritti di utenza venga estesa agli autoveicoli al di sotto di tale limite di peso, si applicano le disposizioni di cui al presente decreto. 4. Pedaggi e diritti di utenza si applicano a tutti gli autoveicoli, cosi’ come definiti dall’articolo 2, comma 1, lettera h), a partire dal 1° gennaio 2012; gli autoveicoli di peso inferiore a 12 tonnellate possono tuttavia essere esentati dall’applicazione di pedaggi e diritti di utenza qualora essa determini rilevanti conseguenze negative sulla libera circolazione del traffico, sull’ambiente, sui livelli di inquinamento acustico, sulla congestione del traffico o sulla salute, ovvero comporti costi amministrativi superiori del 30 per cento alle entrate addizionali generate. 5. Per l’utilizzo di uno stesso tratto stradale non possono essere imposti cumulativamente per una determinata categoria di autoveicoli pedaggi e diritti d’utenza; tuttavia possono essere applicati anche pedaggi per l’utilizzo di ponti, gallerie e valichi di montagna su reti in cui sono riscossi diritti d’utenza. 6. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 373 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, possono essere previste aliquote dei pedaggi ridotte, diritti di utenza ridotti o esoneri dall’obbligo di pagare il pedaggio o il diritto di utenza per gli autoveicoli esentati dall’obbligo di installare e utilizzare l’apparecchio di controllo a norma del regolamento (CE) n. 3821/85 del Consiglio, del 20 dicembre 1985, relativo all’apparecchio di controllo nel settore dei trasporti su strada, nei seguenti casi: a) autoveicoli del Ministero della difesa, della protezione civile, dei servizi antincendio e degli altri servizi di pronto intervento, delle Forze dell’ordine, nonche’ agli autoveicoli adibiti alla manutenzione stradale; b) autoveicoli che circolano solo occasionalmente sulla pubblica via del territorio nazionale e che sono utilizzati da persone fisiche o giuridiche la cui attivita’ principale non e’ il trasporto di merci, a condizione che i trasporti effettuati da tali veicoli non comportino distorsioni di concorrenza e previo accordo con la Commissione europea. 7. Agli utenti abituali possono essere concessi sconti o riduzioni sui pedaggi a condizione che: a) siano soddisfatte le prescrizioni di cui al comma 10; b) sconti o riduzioni siano inseriti in una struttura tariffaria lineare, proporzionata e disponibile a tutti gli utenti in condizioni di parita’ e non comportino costi aggiuntivi trasferiti ad altri utenti sotto forma di pedaggi piu’ elevati; c) l’importo dello sconto, o delle riduzioni, non superi, sulla rete stradale transeuropea, il 13 per cento del pedaggio pagato dagli autoveicoli equivalenti cui lo sconto o la riduzione non e’ applicabile. Tutti i piani di sconto o riduzione relativi alla rete stradale transeuropea devono essere comunicati alla Commissione europea che ne verifica la conformita’ e li approva secondo la procedura di cui all’articolo 7, paragrafo 4-quater, della direttiva 1999/62/CE, come modificata dalla direttiva 2006/38/CE. 8. I dispositivi per la riscossione dei pedaggi e dei diritti d’utenza non devono comportare maggiori oneri per gli utenti non abituali della rete stradale; qualora pedaggi e diritti d’utenza siano riscossi esclusivamente mediante sistemi che comportino l’uso di unita’ poste a bordo degli autoveicoli, si opera in conformita’ di quanto previsto dalla direttiva 2004/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sull’interoperabilita’ dei sistemi di telepedaggio stradale nella Comunita’, e dalle relative disposizioni di attuazione. 9. I pedaggi si fondano sul principio del recupero dei soli costi d’infrastruttura; in particolare, i pedaggi medi ponderati sono in funzione dei costi di costruzione, nonche’ dei costi di esercizio, manutenzione e sviluppo della rete di infrastrutture di cui trattasi; i pedaggi medi ponderati possono comprendere anche la remunerazione del capitale o un margine di profitto in base alle condizioni di mercato. 10. Fatti salvi i pedaggi medi ponderati di cui al comma 9, le aliquote dei pedaggi riscossi possono essere differenziate, al fine, fra l’altro, di lottare contro i danni ambientali e la congestione, ridurre al minimo i danni alle infrastrutture, ottimizzare l’uso dell’infrastruttura interessata o promuovere la sicurezza stradale, a condizione che la differenziazione: a) sia proporzionale all’obiettivo perseguito; b) sia trasparente e non discriminatoria, segnatamente riguardo alla cittadinanza del trasportatore, il paese o luogo di stabilimento del trasportatore o di immatricolazione dell’autoveicolo, oppure l’origine o la destinazione del trasporto; c) non sia finalizzata a generare ulteriori introiti da pedaggio tali da comportare pedaggi medi ponderati non conformi al comma 9; gli aumenti degli introiti non intenzionali sono controbilanciati mediante modifiche della struttura della differenziazione che devono essere attuate entro due anni dalla fine dell’anno finanziario in cui gli introiti da pedaggio addizionali sono stati generati; d) rispetti le soglie di massima flessibilita’ fissate al comma 11. 11. Fatte salve le condizioni di cui al comma 10, le aliquote dei pedaggi possono essere differenziate in funzione: a) della categoria di emissione EURO di cui all’allegato I, inclusi i livelli di PM e di NOx, purche’ nessun pedaggio sia superiore del 100 per cento al pedaggio richiesto per autoveicoli equivalenti che ottemperano alle norme di emissione piu’ rigorose, e/o; b) dell’ora, del giorno o della stagione, purche’ nessun pedaggio sia superiore del 100 per cento rispetto al pedaggio imposto durante l’ora, il giorno o la stagione meno costosi; o qualora il periodo meno costoso sia a tariffa zero, la penalita’ per l’ora, il giorno o la stagione piu’ cari non sia superiore del 50 per cento del livello di pedaggio che sarebbe altrimenti applicabile all’autoveicolo in questione. 12. Le aliquote dei pedaggi sono differenziate conformemente alla lettera a), del comma 11 entro il 31 dicembre 2010 o, nel caso di contratti di concessione, quando la concessione e’ rinnovata; puo’ tuttavia derogarsi a tale obbligo, previa notifica alla Commissione, quando: a) cio’ pregiudichi la coerenza dei sistemi di pedaggio sul territorio; b) l’introduzione di tale differenziazione non risulti tecnicamente applicabile allo specifico sistema di pedaggio in questione; c) tale misura comporti la deviazione del traffico degli autoveicoli piu’ inquinanti dalla rete stradale transeuropea, con conseguenti ripercussioni sulla sicurezza stradale e sulla salute pubblica. 13. Fatte salve le condizioni di cui al comma 10, nel caso di progetti specifici di rilevante interesse europeo, le aliquote dei pedaggi possono essere assoggettate ad altre forme di differenziazione, al fine di garantire la redditivita’ commerciale di detti progetti, qualora gli stessi siano esposti alla concorrenza diretta con altri modi di trasporto per autoveicoli; la struttura tariffaria risultante e’ lineare, proporzionata, resa pubblica, disponibile a tutti gli utenti in condizioni di parita’ e non comporta costi aggiuntivi trasferiti ad altri utenti sotto forma di pedaggi piu’ elevati; le determinazioni relative all’applicazione della struttura tariffaria sono comunicate alla Commissione europea che ne verifica la congruita’. 14. In casi eccezionali, riguardanti infrastrutture situate in regioni montane e previa comunicazione alla Commissione, e’ possibile applicare una maggiorazione ai pedaggi per specifici tratti stradali che soffrono di una acuta congestione che ostacola la libera circolazione degli autoveicoli, o il cui utilizzo da parte degli autoveicoli causa significativi danni ambientali, a condizione che: a) gli introiti generati dalla maggiorazione siano investiti in progetti di interesse europeo identificati nell’Allegato II della decisione n. 884/2004/CE, che contribuiscono direttamente a ridurre la congestione o il danno ambientale di cui trattasi e che siano situati nel medesimo corridoio della sezione stradale in cui e’ applicata la maggiorazione; b) la maggiorazione che puo’ essere applicata ai pedaggi differenziati in conformita’ del comma 10 non superi il 15 per cento dei pedaggi medi ponderati calcolati in conformita’ del comma 9, tranne quando gli introiti generati siano investiti in sezioni transfrontaliere di progetti prioritari di interesse comunitario riguardanti infrastrutture in regioni montane, nel qual caso la maggiorazione non puo’ essere superiore al 25 per cento; c) l’applicazione della maggiorazione non si traduca in un trattamento del traffico commerciale non equo rispetto a quello riservato ad altri utenti della strada; d) siano presentati alla Commissione, prima dell’applicazione maggiorata, piani finanziari per l’infrastruttura interessata della maggiorazione ed un’analisi dei costi e dei benefici per il nuovo progetto di infrastruttura; e) il periodo di applicazione della maggiorazione sia definito e circoscritto anticipatamente e corrisponda, in termini di aumento degli introiti stimati, ai piani finanziari ed all’analisi dei costi e dei benefici presentati; l’applicazione delle disposizioni del presente comma e’ soggetta a verifica di congruita’ da parte della Commissione europea, secondo la procedura prevista dall’articolo 7, paragrafo 11, della direttiva 1999/62/CE, come modificata dalla direttiva 2006/38/CE; nel caso di nuovi progetti transfrontalieri e’ richiesto, altresi’, l’accordo degli Stati membri interessati. 15. Qualora, in caso di controllo, un conducente non sia in grado di fornire documenti dell’autoveicolo necessari per verificare le informazioni di cui al comma 11, lettera a), e il tipo di autoveicolo, il pedaggio imposto puo’ raggiungere il livello piu’ alto applicabile.

Note all’art. 3:
L’art. 373 del decreto del Presidente della Repubblica
16 dicembre 1992, n. 495, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 28 dicembre 1992, n. 303, S.O., cosi’ recita:
«Art. 373 (Art. 176 Cod. Str. – Pedaggi). – 1. Al
pagamento del pedaggio, quando esso e’ dovuto, e degli
oneri di accertamento previsti dall’art. 372 sono obbligati
solidalmente sia il conducente che il proprietario del
veicolo. Per il recupero degli importi dovuti all’ente
proprietario dell’autostrada si applicano le norme del
Testo Unico approvato con regio decreto 14 aprile 1910, n.
639 e successive integrazioni e modificazioni.
2. Sono esentati dal pagamento del pedaggio:
a) i veicoli della Polizia di Stato targati «Polizia»
e dell’A.N.A.S. muniti di segni contraddistintivi;
b) i veicoli dell’Arma dei carabinieri con targa E.I.
muniti di libretto di circolazione del Ministero della
difesa con annotazione di carico all’Arma dei carabinieri;
c) i veicoli con targa C.R.I., nonche’ i veicoli
delle associazioni di volontariato e degli organismi
similari non aventi scopo di lucro, adibiti al soccorso
nell’espletamento del relativo specifico servizio e
provvisti di apposito contrassegno approvato con decreto
del Ministro dei trasporti e della navigazione e del
Ministro dei lavori pubblici;
d) i veicoli con targa V.F., nonche’ quelli in
dotazione al Corpo permanente dei vigili del fuoco delle
province autonome di Trento e Bolzano;
e) i veicoli con targa G.d.F.;
f) i veicoli con targa C.F.S.;
g) i veicoli con targa POLIZIA PEN;
h) i veicoli delle Forze armate adibiti a soccorso
(autoambulanze, autosoccorso, etc.) nell’espletamento del
servizio o al seguito di autocolonne;
i) i veicoli delle Forze armate negli interventi di
emergenza e in occasione di pubbliche calamita’, nonche’ i
veicoli civili, con targa italiana o estera, che,
nell’ambito di enti o organizzazioni formalmente
riconosciuti dai rispettivi Stati di appartenenza,
effettuano, a seguito di calamita’ naturali o di eventi
bellici, trasporti di beni di prima necessita’ in soccorso
delle popolazioni colpite, purche’ muniti di specifica
attestazione delle competenti autorita’;
l) i veicoli dei funzionari del Ministero
dell’interno, dell’A.N.A.S., della Direzione generale della
M.C.TC., dell’Ispettorato generale per la circolazione e la
sicurezza stradale, del Ministero dei lavori pubblici,
autorizzati al servizio di polizia stradale.
3. Sulle autostrade in concessione, i veicoli e i
trasporti eccezionali, oltre agli eventuali indennizzi per
l’eccezionale usura ed alle spese di cui all’art. 10, comma
10, del codice, devono corrispondere i pedaggi relativi
alla tariffa della classe di appartenenza.
4. Durante la permanenza sull’autostrada a pagamento,
il conducente e’ tenuto a conservare accuratamente il
titolo di transito evitando nel modo piu’ assoluto di
piegarlo o, comunque, di danneggiarlo.».
– Il regolamento (CE) n. 3821/85 e’ pubblicato nella
G.U.C.E. 31 dicembre 1985, n. L 370.
– La direttiva 2004/52/CE e’ pubblicata nella G.U.C.E.
30 aprile 2004, n. L 166.
– La decisione 884/2004/CE e’ pubblicata nella G.U.C.E.
7/6/2004 n. L 201.

Art. 4

Determinazione dei pedaggi
(articolo 1, paragrafo 3, direttiva 2006/38/CE)

1. I pedaggi sono determinati conformemente all’articolo 3; nella
determinazione dei livelli di pedaggio medi ponderati applicabili
alla rete di infrastrutture o ad una parte chiaramente definita di
detta rete, si tiene conto dei vari costi di cui all’articolo 3,
comma 9; i costi considerati riguardano la rete o parte della rete su
cui gravano i pedaggi e gli autoveicoli soggetti al pedaggio; puo’
stabilirsi di non procedere al recupero di tali costi attraverso la
riscossione dei pedaggi o di recuperarne solo una percentuale.
2. I costi per i nuovi sistemi di pedaggio, diversi da quelli che
comportano pedaggi in concessione istituiti dopo il 10 giugno 2008,
sono calcolati utilizzando un metodo fondato sui principi
fondamentali di calcolo di cui all’allegato III; per i nuovi pedaggi
in concessione istituiti dopo il 10 giugno 2008 il livello piu’ alto
di pedaggio e’ equivalente o inferiore al livello risultante
dall’applicazione di un metodo basato sui principi fondamentali di
calcolo di cui all’allegato III; la valutazione di tale equivalenza
deve essere effettuata in base ad un periodo di riferimento
ragionevolmente lungo, adatto alla natura di un contratto di
concessione; non sono soggetti agli obblighi di cui al presente comma
i sistemi di pedaggio gia’ istituiti al 10 giugno 2008 o per i quali,
a seguito di una procedura di appalto pubblico, siano state ricevute
offerte o risposte ad inviti a negoziare prima del 10 giugno 2008;
l’esenzione si estende a tutto il periodo di applicazione di detti
sistemi a condizione che gli stessi non subiscano modifiche
sostanziali.
3. Almeno quattro mesi prima dell’attuazione di un nuovo sistema di
pedaggio sono comunicate alla Commissione europea, ai fini del parere
di cui all’articolo 7-bis, paragrafo 6, primo periodo, della
direttiva 1999/62/CE, introdotto dall’articolo 1 della direttiva
2006/38/CE, le seguenti informazioni:
a) per quanto concerne i sistemi di pedaggio che non comportano
pedaggi in concessione:
1) i valori unitari e gli altri parametri necessari per il
calcolo dei vari elementi di costo;
2) informazioni sugli autoveicoli soggetti al loro sistema di
pedaggio e sull’estensione geografica della rete, o parte di essa,
usata per il calcolo di ciascun costo e sulla percentuale dei costi
da recuperare;
b) per quanto concerne i sistemi di pedaggio che comportano
pedaggi in concessione:
1) i contratti di concessione ed eventuali modifiche rilevanti
degli stessi;
2) gli elementi fondamentali su cui il concedente ha sviluppato
il bando relativo alla concessione, come previsto nell’allegato IX B
del decreto legislativo n. 163 del 2006; tali elementi riguardano, in
particolare, i costi stimati, quali definiti all’articolo 3, comma 9,
previsti nell’ambito della concessione, il traffico preventivato
diviso per tipo di autoveicoli, i livelli di pedaggio previsti e
l’estensione geografica della rete cui si applica il contratto di
concessione.
4. Almeno quattro mesi prima della loro attuazione, le nuove
disposizioni in materia di pedaggi applicabili alle strade parallele
su cui il traffico puo’ essere deviato dalla rete stradale
transeuropea e che sono in diretta concorrenza con alcune parti della
rete su cui viene imposto il pedaggio, sono comunicate alla
Commissione europea, ai fini dell’acquisizione del parere di cui
all’articolo 7-bis, paragrafo 6, secondo periodo, della direttiva
1999/62/CE, introdotto dall’articolo 1 della direttiva 2006/38/CE;
tali informazioni riguardano l’estensione geografica della rete
coperta dal pedaggio, gli autoveicoli interessati dal pedaggio e i
livelli di pedaggio previsti, unitamente ad una relazione sul sistema
di determinazione del livello del pedaggio.
5. Qualora si applichino le disposizioni di cui all’articolo 3,
comma 14, ai sistemi di pedaggio gia’ vigenti al 10 giugno 2008, sono
comunicate alla Commissione europea le informazioni che dimostrino
che il pedaggio ponderato medio applicato all’infrastruttura in
questione e’ conforme all’articolo 2, comma 1, lettera b, e
all’articolo 3, commi 9, 10, 11, 12 e 13.

Art. 5

Attuazione e controlli
(articolo 1, paragrafo 6, direttiva 2006/38/CE)

1. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti provvede con
propri decreti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze per gli aspetti di cui al comma 3, all’attuazione degli
articoli 3 e 4.
2. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti esercita il
controllo del funzionamento del sistema dei pedaggi e dei diritti di
utenza in modo da garantire l’osservanza dei principi di trasparenza
e non discriminazione.
3. I decreti di cui al comma 1 dovranno garantire l’equilibrio
economico finanziario complessivo delle concessionarie, nel rispetto
di quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 7.

Art. 6

Relazione alla Commissione europea
(articolo 1, paragrafo 9, direttiva 2006/38/CE)

1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti trasmette
entro il 10 dicembre 2010 le informazioni necessarie per la relazione
che la Commissione europea deve presentare al Parlamento europeo e al
Consiglio sull’attuazione e sugli effetti della direttiva 2006/38/CE,
tenendo conto degli sviluppi in campo tecnologico e dell’evoluzione
della densita’ della circolazione, compreso l’uso di autoveicoli di
piu’ di 3,5 e di meno di 12 tonnellate, e valutando il relativo
impatto sul mercato interno, anche nelle regioni insulari, prive di
sbocchi al mare e periferiche della Comunita’, i livelli di
investimento nel settore e il contributo al raggiungimento degli
obiettivi di una politica dei trasporti sostenibile.

Art. 7

Disposizioni finali e copertura finanziaria

1. Gli allegati, che costituiscono parte integrante del presente
decreto, sono aggiornati con decreto del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, in conformita’ alle modalita’
tecniche rese necessarie dal progresso ovvero a quelle introdotte a
livello comunitario.
2. Dal presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri
a carico della finanza pubblica.

Art. 8 Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi’ 25 gennaio 2010 NAPOLITANO Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Ronchi, Ministro per le politiche europee Matteoli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Frattini, Ministro degli affari esteri Alfano, Ministro della giustizia Tremonti, Ministro dell’economia e delle finanze Visto, il Guardasigilli: Alfano

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

Fonte: http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2010-02-09&task=dettaglio&numgu=32&redaz=010G0021&tmstp=1265964138380

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *