Cass. civ. Sez. I, Sent., 22-06-2011, n. 13715 Diritti politici e civili

Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/

Svolgimento del processo – Motivi della decisione

Il ricorrente B.S. impugna per cassazione, nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze il decreto depositato in data 22/06/2009 con il quale la Corte di appello di Milano ha rigettato la sua domanda di equa riparazione in relazione a giudizio iniziato in data 25.11.1966 dal proprio dante causa B.B. (deceduto il (OMISSIS)) dinanzi alla Corte dei conti, sez. giurisdizionale Lombardia, riassunto dall’attore il 5.2.2007 e definito nel 2008.

Ha osservato la Corte di merito che la durata irragionevole rilevava a far data dal 1. 8:1973 e che al momento del decesso del ricorrente erano trascorsi meno di due anni e sei mesi, talchè la durata era da ritenere ragionevole e nessun diritto all’equa riparazione si era trasmesso agli eredi. Dopo la riassunzione da parte dell’erede il giudizio era stato definito in meno di 21 mesi. Talchè la durata, dopo la riassunzione, era da ritenere ragionevole. Il Ministero intimato resiste con controricorso.

2.- Con l’unico motivo di ricorso parte ricorrente denuncia violazione di legge lamentando l’erronea applicazione dell’istituto della prescrizione.

Il ricorso – come eccepito dall’Amministrazione resistente – è inammissibile perchè le censure prescindono totalmente dalle ragioni per le quali la domanda di equa riparazione è stata respinta dalla Corte di appello, la quale non ha dichiarato prescritto il diritto all’indennizzo bensì lo ha escluso per mancanza della violazione del termine ragionevole.

Le spese del giudizio di legittimità – liquidate in dispositivo – seguono la soccombenza.
P.Q.M.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità che liquida in complessivi Euro 905,00 oltre le spese prenotate a debito.

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

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