Si tratta di un diritto reale di godimento cioè un peso imposto su di un fondo (servente) per l’utilità di un altro fondo (dominante) appartenente ad un diverso proprietario.
Le servitù prediali hanno questi caratteri:
1) la predialità, è posta a vantaggio del fondo (praedium) e non del proprietario, infatti egli riceve il vantaggio della servitù attraverso il suo bene;
2) l’ambulatorità attiva e passiva, cioè la servitù si trasferiscono insieme al trasferimento del fondo dominante o servente cui accedono;
3) la servitù prediale riguarda fondi appartenenti a diversi proprietari;
4) in base al principio della servitù il proprietario del fondo servente non può avere un atteggiamento del tipo facere, ma solo non facere o pati;
5) la vicinanza tra i fondi non in senso assoluto, ma solo relativo, non è una condizione necessaria della servitù;
6) l’indivisibilità: infatti la servitù riguarda tutto il fondo e non una sua parte (art. 1071 c.c.).
Le servitù prediali si realizzano:
1) per contratto, tra proprietario del fondo dominante e proprietario del fondo servente.
2) tramite un testamento;
3) per mezzo dell’usucapione;
4) in quanto destinato dal padre di famiglia.
Le servitù prediali finiscono per:
a) confusione, cioè riunione nella stessa persona della proprietà del fondo dominante e del fondo servente;
b) il non uso dopo ventanni;
c) scadenza del termine previsto nel titolo;
d) abbandono del fondo servente a favore del titolare del fondo dominante (art. 1070 c.c.).
Esse si distinguono in servitù appartenenti, non appartenenti e affermative.
Le ultime poi possono essere: continue e discontinue.
Inoltre vi sono le servitù negative, volontarie e coattive.