Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/
Svolgimento del processo
– che con l’impugnata sentenza il giudice di pace di Lamezia Terme dichiarò F.M. responsabile del reato di lesioni in danno di D.F.C. e lo condannò alla pena di Euro 600 di multa, oltre che al risarcimento dei danni in favore della persona offesa, costituitasi parte civile;
– che avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione la difesa dell’imputato, sostenendo che sarebbe stata da escludere la vanità della proposta querela, per inosservanza del disposto di cui all’art. 337 c.p.p., comma 4, e che vi sarebbe stata, comunque, successivamente, remissione tacita extraprocessuale della querela stessa.
Motivi della decisione
– che, investendo i motivi del gravame i presupposti della condanna penale dell’imputato, con conseguente, potenziale, ricaduta sulle statuizioni civili che da essa dipendono, deve trovare applicazione il principio ormai da tempo stabilmente affermatosi nella giurisprudenza di questa Corte secondo cui avverso la sentenza del giudice che condanni, oltre che alla pena pecuniaria ritenuta di giustizia, anche al risarcimento dei danni in favore della parte civile, è ammissibile l’appello da parte dell’imputato quando lo stesso (come nel caso di specie), pur senza investire espressamente le statuizioni civili, metta in discussione il giudizio di penale responsabilità dal quale le stesse dipendono (ved. in tal senso, per tutte, tra le più recenti, Cass. 4^, 10 luglio – 30 ottobre 2009 n. 41816, Azzato, RV 245454);
– che, pertanto, non essendo neppure riconoscibili, nel proposto gravame, le connotazioni del ricorso "per saltum" di cui all’art. 569 c.p.p., detto gravame, ai sensi dell’art. 568 c.p.p., comma 5, va qualificato come appello e trasmesso, per la relativa decisione, al competente tribunale di Lamezia Terme.
P.Q.M.
La Corte, qualificato il ricorso come appello, dispone la trasmissione degli atti al Tribunale di Lamezia Terme per il relativo giudizio.
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