Cass. civ. Sez. III, Sent., 14-07-2011, n. 15458 Responsabilità civile

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nna alle spese ex art. 385 c.p.c..
Svolgimento del processo

R.V. conveniva in giudizio C.G. e HDI Assicurazioni S.p.A. avanti al Giudice di Pace di Aversa per sentirli condannare al risarcimento dei danni subiti a seguito di sinistro stradale.

Si costituiva la società convenuta eccependo la carenza di legittimazione attiva del R..

Il giudice di pace adito ritenuta non provata la legittimazione attiva dell’istante, rigettava la domanda.

Avverso detta sentenza proponeva appello R.V.. Si costituiva la HDI Assicurazioni S.p.A..

Il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, con la sentenza quivi denunciata, rigettava il gravame del soccombente".

Ricorre per cassazione il Rennella con un unico motivo.

Resiste l’intimata H.D.I. S.p.A. con controricorso.
Motivi della decisione

Con l’unico motivo il ricorrente, deducendo la violazione e la falsa applicazione degli artt. 1140, 2043 e 2729 c.c., nonchè dell’art. 100 c.p.c., in relazione all’art. 360 cod. proc. civ., comma 1, n. 3, critica la sentenza impugnata assumendo che chi agisce per il risarcimento dei danni non è tenuto a dare la prova della piena proprietà del bene danneggiato, ma solo della titolarità della situazione sostanziale, oggetto del rapporto giuridico controverso, per cui anche colui che si trovi ad esercitare un potere materiale sulla cosa può agire in giudizio per il risarcimento del danno derivante da danneggiamento della stessa, giacchè il proprietario non completa l’elenco dei soggetti legittimati a richiedere il ristoro del pregiudizio economico derivato alla cosa medesima.

La censura non può essere accolta.

E’ pur vero che costituisce principio pacifico nella giurisprudenza di questa Corte di legittimità che, In tema di legittimazione alla domanda di danni, deve ritenersi che il diritto al risarcimento può spettare anche a colui il quale, per circostanze contingenti, si trovi ad esercitare un potere soltanto materiale sulla cosa e, dal danneggiamento di questa, possa risentire un pregiudizio al suo patrimonio, indipendentemente dal diritto, reale o personale, che egli abbia all’esercizio di quel potere (Cfr. Cass., n. 4003/2006;

Cass., n. 12215/2003; Cass., n. 5421/2000).

Ciò, tuttavia, non basta, perchè – come è stato ribadito sempre dal giudice di legittimità – occorre anche che il soggetto non proprietario, che si trova nel possesso o nella detenzione del bene danneggiato, fornisca anche la dimostrazione del titolo che lo obblighi a tenere indenne il proprietario del veicolo ovvero la prova che in base a quel titolo l’obbligazione risarcitoria è stata adempiuta, sì che il proprietario non possa pretendere di essere ancora risarcito dal terzo danneggiante (Cass., n. 8550/2007), come nel caso in cui il detentore abbia effettivamente erogato l’importo necessario per la riparazione del veicolo (Cass., n. 3005/1990).

Nel caso in esame detta prova non è stata affatto data, siccome rileva in motivazione coerente il giudice del merito, onde la decisione impugnata, la quale si è uniformata alle regole di diritto innanzi enunciate, ha fatto corretta applicazione della logica e della legge.

Il ricorso, quindi, è rigettato ed il ricorrente è condannato alle spese del giudizio di cassazione, liquidate nella misura di cui al dispositivo.
P.Q.M.

La Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente alle spese del giudizio di cassazione, che liquida in Euro 1.200,00, di cui Euro 1.000,00 per onorari, oltre spese generali ed accessori di legge.

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

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