Cass. civ. Sez. II, Sent., 20-09-2011, n. 19173 Distanze legali tra costruzioni

Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/

Svolgimento del processo – Motivi della decisione

Il 2 luglio 2009 la Corte d’appello di Catanzaro, in riforma della sentenza 2 febbraio 2006 del locale tribunale, condannava C. E. a demolire un immobile sito in Catanzaro, part. 389, fol.

74, fino alla distanza di metri 5 dal confine con il terreno dell’attore C.F..

C.E. insorge avverso questa sentenza con due motivi di ricorso per cassazione, notificato il 14 gennaio 2010.

L’attore resiste con controricorso.

IL Collegio ha disposto che la sentenza sia redatta in forma semplificata.

Il ricorso consta di due motivi.

Il primo denuncia "violazione di legge ai sensi dell’art. 360 c.p.c., n. 3, per falsa applicazione dell’art. 873 c.c., decreti e leggi urbanistiche", etc..

Il secondo lamenta nullità della sentenza sotto il profilo delle incertezze del petitum e della causa petendi ( art. 360 c.p.c., n. 2, in combinato con l’art. 99 c.p.c., art. 163 c.p.c., n. 4 e art. 342 c.p.c.).

Il ricorso, soggetto ratione temporis alla disciplina novellatrice di cui al D.Lgs n. 40 del 2006, è inammissibile.

Entrambi i motivi non espongono il quesito di diritto che è indispensabilmente previsto, a norma dell’art. 366 bis c.p.c., a pena di inammissibilità, per l’illustrazione di ciascun motivo nei casi previsti dall’art. 360, comma 1, nn. 1), 2), 3), e 4).

Giova ricordare che alla stregua del principio generale di cui all’art. 11 preleggi, comma 1, secondo cui, in mancanza di un’espressa disposizione normativa contraria, la legge non dispone che per l’avvenire e non ha effetto retroattivo, nonchè del correlato specifico disposto della L. 18 giugno 2009, n. 69, art. 58, comma 5, in base al quale le norme previste da detta legge si applicano ai ricorsi per cassazione proposti avverso i provvedimenti pubblicati a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima legge (4 luglio 2009), l’abrogazione dell’art. 366-bis cod. proc. civ. (intervenuta ai sensi della citata L. n. 69 del 2009, art. 47) è diventata efficace per i ricorsi avanzati con riferimento ai provvedimenti pubblicati successivamente alla suddetta data, con la conseguenza che per quelli proposti antecedentemente (dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 40 del 2006) tale norma è da ritenersi ancora applicabile (Cass. 7119/10; 26364/09). Discende da quanto esposto la declaratoria di inammissibilità del ricorso e la condanna alla refusione delle spese di lite, liquidate in dispositivo.
P.Q.M.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso.

Condanna parte ricorrente alla refusione delle spese di lite liquidate in Euro 3.000,00 per onorari, Euro 200,00 per esborsi, oltre accessori di legge.

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

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