Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/
opere abusive di cui alla sentenza.
Svolgimento del processo – Motivi della decisione
Il Procuratore della Repubblica presso la Corte di Appello di Salerno ha proposto ricorso per Cassazione per il parziale annullamento della sentenza in epigrafe precisata con la quale è stata applicata la pena concordata a Z.E. per il reato previsto dal D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 44, comma 1, lett. c) (T.U.); deduce violazione di legge per la mancata statuizione della demolizione del manufatto abusivo. La censura è meritevole di accoglimento.
L’ordine di demolizione, previsto dall’art. 31, comma 9, T.U. citato è una sanzione caratterizzata dalla natura giurisdizionale dell’organo al quale il relativo potere è attribuito, ma sostanzialmente amministrativa di tipo ablatorio (Sezioni Unite 19 giugno 1996, P.M. proc. Monterisi). L’ordine deve essere disposto dal Giudice anche nel caso di sentenza applicativa di pena concordata tra le parti ; a tale decisione, invero, sono ricollegabili tutti gli effetti di una sentenza di condanna ad eccezione di quelli espressamente previsti dall’art. 445 c.p.p., comma 1 tra i quali non è compresa la sanzione in oggetto (che, inoltre, non è annoverabile tra le pena accessorie o le misura di sicurezza).
La circostanza che l’ordine non abbia formato oggetto dell’accordo tra imputato e pubblico ministero non rileva in quanto esso costituisce atto dovuto, non suscettibile di valutazione discrezionale e sottratto alla disponibilità della parti (ex plurimis: Cass. Sez. 3 sentenza 16390/2010).
Di conseguenza, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio limitatamente allo omesso ordine di demolizione delle opere abusive che questa Corte può direttamente emettere, essendo provvedimento obbligatorio ex lege, a sensi dell’art. 620 c.p.p., lett. l.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente all’omesso ordine di demolizione delle opere abusive, ordine che dispone.
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