T.A.R. Lombardia Milano Sez. II, Sent., 01-08-2011, n. 2051 Lavoro subordinato

Sentenza scelta dal dott. Domenico Cirasole direttore del sito giuridico http://www.gadit.it/

Svolgimento del processo – Motivi della decisione

le stesse parti ai sensi dell’art. 60 cod. proc. amm.;

Con il provvedimento impugnato la Prefettura di Sondrio ha revocato il provvedimento del 22.1.2010 con cui era stato disposto l’accoglimento della domanda emersione dal lavoro irregolare, presentata ai sensi dell’art. 1 ter, d.l. n. 78/2009, conv. nella l. n. 102/2009, a favore del ricorrente.

L’amministrazione ha affermato l’esistenza di una condanna, a carico del sig. S.D., ostativa all’emersione, senza però specificare quale fosse il reato commesso.

Avverso tale determinazione insorge il ricorrente, lamentando l’eccesso di potere per violazione, erronea e falsa applicazione dell’art. 1 ter, c. 13, lett. c), d.l. n. 78/2009 e della direttiva della Comunità Europea n. 115/CE/2008.

Il ricorrente ha dedotto di avere riportato unicamente una condanna per il reato previsto dall’art. 14, c. 5 ter, d.lgs. n. 286/1998, come attestato dal certificato del casellario giudiziale prodotto in giudizio.

Tale circostanza non è stata oggetto di contestazione da parte della difesa dell’amministrazione resistente e può, dunque, essere posta a fondamento della decisione, ai sensi dell’art. 64, c. 2, cod.proc.amm.

Il ricorso è fondato.

Come affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza 28 aprile 2011 nella causa C61/11 PPU, il delitto di violazione dell’ordine del questore di lasciare il territorio dello Stato, previsto dall’art. 14, c. 5 ter, d.lgs. n. 286/1998, non è compatibile con la direttiva 2008/115/CE recante la disciplina delle procedure di rimpatrio.

È, pertanto, compito del giudice nazionale assicurare la "piena efficacia" del diritto dell’Unione, negando l’applicazione, nella specie, dell’art. 14, comma 5ter, d.lgs. n. 286/1998 in quanto contrario alla normativa dettata dalla Direttiva n. 115 del 2008, suscettibile di diretta applicazione.

Come chiarito dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con le sentenze n. 7 e 8 del 10.5.2011, l’entrata in vigore della normativa comunitaria ha prodotto l’abolizione del reato previsto dall’art. 14, c. 5 ter, d.lgs. n. 286/1998, e ciò, a norma dell’art. 2 del codice penale, ha effetto retroattivo, facendo cessare l’esecuzione della condanna e i relativi effetti penali.

Tale retroattività – afferma l’Adunanza Plenaria – "non può non riverberare i propri effetti sui provvedimenti amministrativi negativi dell’emersione del lavoro irregolare, adottati sul presupposto della condanna per un fatto che non è più previsto come reato".

Per le ragioni esposte ed altresì per quanto affermato nel precedente di questo Tribunale, sez. IV, 22 marzo 2011, n. 771 – che si richiama ai sensi dell’art. 74, cod.proc.amm. – il ricorso è dunque fondato e va pertanto accolto, con assorbimento delle ulteriori censure dedotte.

In considerazione della complessità della questione, che ha visto la giurisprudenza assumere posizioni oscillanti, il Collegio ravvisa giusti motivi per compensare integralmente tra le parti le spese di causa.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione Seconda)

definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, annulla il provvedimento impugnato.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Testo non ufficiale. La sola stampa del bollettino ufficiale ha carattere legale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *