Socrate (469 – 399 a.C.)

Filosofo ateniese che partecipò alla guerra del Peloponneso (431-404), di Potidea (432-429), a Delio (424) e ad Anfipoli contro i Lacedemoni (422).
Dopo la tirannia dei Trenta e la restaurazione della democrazia si pensava che egli non venerasse le divinità ufficiali e che corrompesse i giovani.
Pertanto fu condannato a morte.
Egli non lascio’ manoscritti di suo pugno quindi il suo pensiero è stato ricostruito sulla base di testimonianze.
Aristofane nella commedia Le nuvole lo denigra, rappresentandolo in un pensatoio sospeso nell’aria e accusandolo di essere un sofista, un filosofo non legato alla realtà.
Aristotele e Senofonte erano concordi con le sue riflessioni sulla natura e l’importanza da lui attribuita ai valori etici.
La fonte del suo pensiero più valida è costituita dai Dialoghi di Platone, suo discepolo.
Socrate interrogava costantemente i suoi concittadini, per far emergere la consapevolezza della loro ignoranza e indurli a prendersi cura della loro anima.
Il politico doveva possedere un sapere specifico, ottenuto con l’esercizio della dialettica.
In tal modo egli poteva riconoscere il falso sapere e confutarlo, generando nelle anime dei cittadini la corretta conoscenza delle virtù e dei valori che rendono possibile l’agire pratico. Pertanto Socrate criticava la democrazia ateniese, che ammetteva tutti i cittadini all’esercizio della politica.
Le leggi, anche se dure, permettevano l’ obbedienza, e la convivenza civile ed evitavano la disgregazione.
Sono gli uomini che interpretano in maniera errata le leggi.
Il sapiente deve ossequiarle o essere esiliato se non le accetta.

Sistema sociale (Social System)

Insieme di relazioni presenti tra gli individui e i gruppi che compongono la società.
T. Hobbes considerò la società come un tutto governato da leggi meccanicistiche, con un equilibrio tra le varie componenti (individui e gruppi) assicurato dalla loro continua attrazione e repulsione.
A. Comte (1798-1857)evidenziò la struttura unitaria della società, che concepì come un «organismo sociale» regolato da leggi naturali non modificabili dalla volontà del singolo individuo.
K. Marx considerò la società come una totalità, con singole componenti (forze produttive, rapporti di produzione, rapporti giuridici, struttura di classe ecc.) tra loro strettamente dipendenti.
T. Parsons (1902-1979) stabili’ che la società era un sistema di ruoli intrinsecamente in equilibrio. Vi sono dei fattori di mutamento esterni (innovazioni tecnologiche e scientifiche, politiche ecc.) e modifiche che si ripercuotono inevitabilmente in tutto il sistema.
Vi è una teoria opposta a questa ed è quella che stabilisce la società come sistema che sopravvive in quanto è capace di reagire alle spinte esterne e di prevedere adeguati strumenti di regolamentazione.
P.A. Sorokin (1889-1968) stabilì che lo strumento attraverso cui la società si consolida in un sistema è quello delle norme giuridiche.

Sistema (System)

Corrisponde ad un insieme di enunciati collegati tra loro da una qualunque relazione di significato.
Nel diritto riconosciamo i sistemi normativi, che distribuiscono le norme in ordine o secondo relazioni logico-deduttive esistenti tra i loro significati.
Una norma giuridica viene dedotta dal contenuto di un’altra (in questo modo si osserva un sistema deduttivo) o utilizzando i rapporti strettamente logici, o usando i rapporti logici tra i significati dei termini non puramente logici.
Nei sistemi normativi le norme vengono distinte per genere e differenza specifica.
Nel diritto vi è anche un sistema detto descrittivo-dottrinale, cioè un complesso di concetti, usati in dottrina per descrivere il diritto e in giurisprudenza per applicarlo.