Contingency theory [teoria della contingenza]

Teoria economica sviluppatasi negli anni ’60 ad opera di alcuni economisti, quali P.R. Lawrence, J. Lorsch, J. Galbraith, che hanno proposto, in contrasto con le teorie deterministiche, di focalizzare l’analisi sulle contingenze, in presenza delle quali nascono e si sviluppano i fenomeni organizzativi delle imprese.
Secondo Lawrence e Lorsch gli organi aziendali devono essere strutturati in modo tale da rispondere adeguatamente alle particolari situazioni ambientali che generano il grado di incertezza in cui si trova ad operare l’impresa. La struttura aziendale dovrà variare, quindi, in relazione al grado di incertezza del mercato: quanto più l’ambiente esterno risulta variabile, tanto più l’azienda deve essere organizzata in maniera flessibile; mentre, se si opera in condizioni di maggiore certezza, allora è possibile avere un’organizzazione più gerarchizzata.
Secondo Galbraith la prevedibilità delle contingenze, che dipende dalle informazioni di cui si dispone, influenza le questioni organizzative.
In genere, quanto più la funzione da svolgere è caratterizzata da incertezza tanto più è necessario disporre di maggiori informazioni. Affinché si possa raggiungere un buon livello di organizzazione aziendale, allora, si deve fare in modo di stabilire un giusto rapporto tra informazioni disponibili e il grado di incertezza. Ciò è ottenibile creando un buon sistema di comunicazione tra i diversi livelli gerarchici, dei collegamenti per integrare il sistema informativo verticale tipico della linea gerarchica, rendendo autosufficienti i sottosistemi interni dell’azienda e dotandoli di competenze e di informazioni che permettano loro di operare autonomamente ed, infine, riducendo il fabbisogno di informazioni, per creare livelli di efficienza più bassi e più certi.

Conto di utilizzazione del reddito (Account for the use of income)

In contabilità nazionale (v.), evidenzia il modo in cui il Reddito Nazionale Lordo Disponibile (v. Conto della distribuzione del prodotto lordo) valutato ai prezzi correnti, viene ripartito dagli operatori economici tra consumo e risparmio.
Nella stesura del conto i consumi sono distinti a seconda del settore istituzionale che li sostiene (Famiglie, Amministrazioni pubbliche, Istituzioni sociali private) e comprendono tanto quelli dei residenti nella nazione, tanto quelli dei non residenti. I risparmi vengono considerati al netto degli ammortamenti (v.).

Convertibilità (Convertibility)

Possibilità, offerta dal regime del gold standard (v.) nel XIX secolo, di presentare una moneta alla banca centrale (v.) ottenendo, in cambio, oro.
Attualmente, una moneta è definita convertibile quando sia possibile scambiarla liberamente con altre monete; la convertibilità dell’ultima valuta legata al gold standard, il dollaro, è stata sospesa nel 1971.
Si può distinguere tra convertibilità interna (o totale), che è la facoltà, attribuita ai residenti, di convertire la moneta nazionale in valuta estera e convertibilità esterna, che è la stessa possibilità riconosciuta, però, ai non residenti.
Una moneta è invece inconvertibile quando la sua circolazione è limitata al territorio nazionale, cioè non può essere scambiata con altre monete estere.