Costo fisso (Fixed cost)

Costo il cui ammontare è indipendente, entro certi limiti, dalla quantità di prodotto ottenuta. Com’è ovvio, il costo è fisso relativamente alla capacità produttiva massima del fattore considerato: se l’imprenditore volesse aumentare la produzione al di là della capacità massima dell’edificio o del macchinario, sarebbe costretto ad affittare un nuovo edificio o a comprare un altro macchinario.
La distinzione fra costo fisso e costo variabile (v.) è in genere riferita solo al breve periodo; nel lungo termine, infatti, tutti i fattori produttivi sono variabili (un’impresa può costruire nuovi impianti, ingrandirli ecc.) così che viene meno la contrapposizione fra i costi fissi e quelli variabili.

Credit scoring [indice di affidabilità]

Nella concessione di credito da parte delle banche, è la tecnica che permette la valutazione dell’affidabilità del cliente attraverso la determinazione di un indice di rischio.
Tale indice viene calcolato attribuendo un valore numerico a determinati parametri relativi al cliente, quali il fatturato della sua azienda, i suoi flussi di cassa, la correttezza e l’onestà della persona.

CTS [Certificati del Tesoro a Sconto] (CTS [Certificates of Treasury bonds Discount])

Titoli di Stato (v.) aventi alcune caratteristiche dei titoli privi di cedola o zero coupon bonds (v.) e dei CCT (v.).
Come i primi, infatti, sono emessi ad un prezzo molto al di sotto del valore nominale, poco più di 70 lire, mentre, similmente, ai CCT, ancorano la loro cedola, nella misura del 50%, al rendimento dei BOT (v.).
L’emissione di CTS si è avuta nel 1987 e date le difficoltà connesse ai criteri valutari del titolo le negoziazioni sono state sospese nel 1994.

Curva J (J curve)

Particolare effetto riscontrato nel saldo della bilancia dei pagamenti (v.) di una nazione in seguito ad un’operazione di svalutazione monetaria (v.). L’andamento della curva evidenzia un iniziale peggioramento della bilancia dei pagamenti e, soltanto dopo un certo lasso di tempo, gli effetti favorevoli che incideranno sul saldo dei conti di una nazione verso l’estero.
L’andamento della curva J è dovuto al fatto che la svalutazione della moneta nazionale avrà come effetto iniziale quello di rendere più costose le importazioni di beni dall’estero (la stessa quantità di moneta nazionale, per effetto della svalutazione, permetterà di acquistare meno merci) mentre l’aumento delle esportazioni (ovvero l’effetto desiderato dalla manovra di svalutazione) necessiterà di un certo lasso di tempo per verificarsi. Il tutto, a causa dello scarto temporale esistente tra il momento in cui viene decisa la svalutazione ed il momento in cui gli importatori stranieri decidono di aumentare il quantitivo di merci da ordinare, approfittando della caduta dei prezzi nel paese che ha svalutato la propria moneta nazionale.