Teologia politica (Theology policy)

La teologia politica è una teoria di Carl Schmitt nel saggio politico omonimo.
Secondo Schmitt tutti i concetti più importanti della dottrina moderna dello Stato sono concetti teologici secolarizzati.
Il Dio onnipotente è l’onnipotente legislatore.
Ha il potere fondamentale chi decide cosa fare in uno Stato, cioè chi ha la sovranità.
In uno Stato di diritto è necessario creare la «normalità», cioè il rispetto delle leggi.
Il sovrano decide nello stato di eccezione.
Il centro principale della teologia politica è il tentativo di spiegare la sovranità.
Schmitt indaga sul significato, sistematico e metodologico, delle analogie tra teologia e costituzione dello Stato di diritto.
Schmitt ipotizza una sorta di Stato planetario che faccia fronte alle trasformazioni degli Stati e introduce la categoria amico/nemico.
Il concetto di Stato presuppone anche quello di «politico».
L’unità politica permette la decisione riguardo alle leggi, alla normalità, ma anche alla eccezione.

Struttura-sovrastruttura (Superstructure-Structure)

Coppia di termini che rappresenta il nodo centrale del materialismo storico di K. Marx. Egli insieme a F. Engels, considerava la storia essenzialmente un processo materiale.
Vivendo si creano i mezzi per soddisfare bisogni (la fame, la sete, il freddo ecc).
La produzione dei mezzi di sussistenza distingue, secondo Marx, l’uomo dagli altri esseri viventi.
Il lavoro è responsabile della creazione della civiltà e della cultura.
Ogni periodo storico è caratterizzato da un «modo di produzione», con forze produttive (uomini, mezzi, conoscenze) e rapporti che durante la produzione si formano tra gli uomini (regolati dalla proprietà, o meno, dei mezzi produttivi e di ciò che si produce).
La società è essenzialmente formata da un modo di produzione che sta alla base della sovrastruttura.
Quest’ultima corrisponde all’insieme delle espressioni giuridiche, politiche, etiche, artistiche, religiose della società: la coscienza sociale.

Stato di polizia (teoria dello) (State Police (theory))

Dottrina sviluppatasi nel secolo XVIII prevalentemente in Germania e Austria.
Il francese De la Mare è stato l’autore di un primo e fondamentale Traité de la police.
Per gli scrittori del Settecento il termine polizia corrispondeva ad amministrazione interna, riferita ad ogni attività di governo.
Secondo lo Stato di polizia vi è la comune felicità (bonum commune) dei sudditi che è il fine supremo dello Stato.
Il governo deve attuare la sicurezza e il benessere del popolo.
Il monarca infatti deve proteggere i suoi sudditi da minacce esterne, creare e mantenere strutture militari idonee alla difesa del territorio, assicurare l’equilibrio e la pace mediante un’oculata politica di alleanze internazionali e controllare con ambasciatori ed informatori, le mosse dei potenziali nemici.
L’attività di polizia serve a garantire la sicurezza interna, deve essere efficace, rapida, uniforme e certa nelle decisioni e nelle esercitazioni.