Statute Law

Nei paesi anglosassoni è stato scritto un insieme di leggi, che si contrappone al diritto elaborato dalle Corti giurisdizionali.
Il sovrano infatti ha la prerogativa di emanare atti aventi valore normativo per la codificazione del diritto;
questa condizione si contrapposizione al tradizionale sistema della Common Law.
Dopo la creazione d’istituzioni parlamentari, tale compito venne affidato all’apposito organo legislativo.
Negli Stati Uniti risultano essere fonti legislative scritte sia le leggi federali che le leggi degli Stati.
Una delle leggi federali fondamentale, è la Costituzione del 1787, ancora oggi in vigore nonostante i numerosi emendamenti.

Statutari

Nel comune medievale essi erano i sapienti e gli esperti di legge.
Si riunivano in commissione saltuarie e occasionali, e venivano incaricati dalla pubblica autorità di costituire un corpo unitario di leggi locali da inserire nello statuto.
Gli Statuari dovevano agire rapidamente.
Talvolta dovevano contattare i cittadini, in modo da raccogliere e tenere in considerazione le loro proposte da inserire nello Statuto in via di formazione.
Successivamente dalle commissioni di esperti, nominate saltuariamente si passo’ alla costituzione di magistrature stabili, nominate con periodica regolarità

Stato pontificio (o Stato della Chiesa)

Si tratta di territori sottoposti direttamente all’autorità papale attraverso la Donazione di Sutri fatta da Liutprando nel 728, e soprattutto grazie alla Donazione di Pipino con la quale il re dei Franchi donava a papa Stefano II i territori strappati ai longobardi: l’Esarcato, la Pentapoli e parte dell’Umbria.
Nel 774 Carlo Magno cedette allo Stato pontificio anche le città di Spoleto, Benevento, Parma, Reggio Emilia, Mantova, Venezia e la Corsica.
Dopo la riforma gregoriana il papato non fu più sottoposto alla tutela esercitata dagli imperatori.
Innocenzo III (1198-1216) lo divise in quattro province.
Martino V nel 1418 diede nuova luce all’autorità papale.
Durante il secolo XVI lo Stato pontificio partecipo’ alle varie guerre della penisola italiana.
Dopo l’assunzione dell’egemonia spagnola in Italia, lo stato pontificio venne emarginato.
Sisto V (1585-1590) realizzo’ delle riforme nell’amministrazione dello Stato pontificio ma comunque si ebbe la sua decadenza economica e sociale.
Nel 1797 cedette alla Francia Bologna e la Romagna, nel 1798 venne istituita la Repubblica romana, nel 1809 l’impero Francese inglobo’ lo Stato pontificio.
Il Congresso di Vienna (1815) ridiede il potere temporale al papa.
Pio IX (1848), concesse lo Statuto, e fu costretto alla fuga dopo la proclamazione della nuova Repubblica Romana.
Al suo ritorno il papa (1850) realizzo’ una nuova politica antiliberale, che gli alienò le simpatie dei patrioti italiani.
Nel 1859 lo Stato pontificio perse l’Emilia e la Romagna, a favore del Regno di Sardegna, quindi le Marche e l’Umbria.
Nel 1861 aveva le dimensioni dell’attuale regione laziale, e con la breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) da parte delle truppe italiane, terminò la sua storia.

Stato per ceti

Lo Stato moderno dopo la differenziazione del papato, dell’impero e dell’ordinamento feudale ha acquisito questa forma.
Nello Stato per ceti il potere unificante era rappresentato dal monarca, che faceva rispettare i privilegi di signori feudali e gruppi sociali.
Esistevano anche le corporazioni feudali, la nobiltà feudale e gli altri gruppi sociali che, si riunivano in ceti, costituendo un potere autonomo.
I rapporti fra il monarca e i ceti erano talora conflittuali ma anche di collaborazione, soprattutto finanziaria.
Il monarca dal canto suo aveva bisogno dell’appoggio dei ceti per sostenere le ingenti spese dell’apparato burocratico.