Senatusconsultùm de Bacchanàlibus
Senatusconsultum risalente al 186 a.C. che permise al Senato di abolire la possibilità di celebrare i Baccanali. In tal modo si evitava il turbamento dell’ordine pubblico e della morigeratezza dei costumi romani.
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Senatusconsultum risalente al 186 a.C. che permise al Senato di abolire la possibilità di celebrare i Baccanali. In tal modo si evitava il turbamento dell’ordine pubblico e della morigeratezza dei costumi romani.
Senatusconsultum d’epoca incerta, che stabilì per gli appartenenti all’ordo senatòrius il beneficio della bonorum distràctio, qualora fossero insolventi. Essa consisteva nella possibile vendita alla spicciolata dei propri beni, fino a concorrenza del passivo, in modo da evitare la sanzione dell’infamia dovuta al procedimento esecutivo generale della bonorum vendìtio.
Senatusconsultum risale al 49 d.C.. La sua emanazione fu sollecitata dall’imperatore Claudio per sposare Agrippina. Egli stabilì che il matrimonio tra zio paterno e nipote era valido. In precedenza esso era ritenuto incestuoso.
Senatusconsultum che fu emanato nel 47 d.C. e sottopose al regime (cioè alla pena) del crìmen repetundàrum quegli avvocati che avessero preteso e percepito dal loro cliente una somma superiore a 10.000 sesterzi. Tale atteggiamento infatti violava il decreto sancito inizialmente dalla lex Cincia. Il cliente poteva cominciare un’actio pœnàlis in quàdruplum nei confronti dell’avvocato.
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